lunedì 12 maggio 2014

Attenzione! Questa non è una bufala...

Che bufala!!!
Sensazionale!!! Questa volta per davvero (purtroppo)... il più o meno noto caseificio Cantile di Caserta pare
non avesse dei problemi con le bufale (le mozzarelle).
Troppo latte vaccino (fuori dai parametri del disciplinare di produzione per definirla mozzarella di bufala) e controlli vari (sanitari, commissione europea, etc..) con preavviso e compiacenza...

La notizia è riportata oggi da diversi media e agenzie di notizie. Di seguito l'articolo del Corriere del Mezzogiorno, cronaca di Caserta.

CASERTA - Una importante industria casearia casertana vendeva alle holding della grande distribuzione internazionale falsa mozzarella di bufala che presentava ingenti quantità di latte di mucca. Violazioni del disciplinare di produzione (con latte vaccino mescolato a quello di bufala, altro latte acquistato all'estero) e sul versante dei controlli igienico-sanitari. Sono alcune delle irregolarità contestate al caseificio Cantile di Sparanise, produttore di mozzarella di bufala campana dop, nell'ambito dell'operazione che ha portato 13 persone ai domiciliari, oltre che al sequestro dell'azienda e dei suoi sei punti vendita. Coinvolti anche alcuni veterinari della Asl preposti ai controlli. Il latte utilizzato per la mozzarella dop dal caseficio Cantile non veniva sottoposto al previsto autocontrollo sanitario. Controlli a campione sul latte giacente nei silos hanno rilevato una carica batterica anche più di duemila volte superiore a quella consentita, «tale da far ritenere il prodotto finale addirittura potenzialmente nocivo per la salute pubblica», si legge in una nota del procuratore Capasso.


LA VICENDA - I pm hanno ravvisato l'esistenza di una vera e propria associazione per delinquere, al cui vertice c'erano l'imprenditore Guido Cantile, 58 anni, ed i suoi figli Pasquale e Luigiantonio. Fondamentale era, per l'accusa, la complicità di alcuni funzionari della Asl addetti al controllo sanitario: gli accessi al caseificio da parte dei veterinari per il prelievo di campioni erano preceduti da preavviso ai responsabili del caseificio, e così risultavano quasi sempre favorevoli. I due funzionari della Asl coinvolti avrebbero anche avvisato i Cantile delle visite ispettive di altri organi, come il controllo da parte della Commissione europea, e addirittura avrebbero partecipato a riunioni nel caseificio con lo scopo di rimediare agli inconvenienti presenti nella struttura.

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